È noto che Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, nella loro opera pittorica, hanno frequentemente fatto uso di quelle che Marco Sabbatini ha definito “immagini prefabbricate”. Ambedue non si limitano infatti a ‘citare’ accuratamente singole fonti visive di ogni genere – da quadri o affreschi dei più vari protagonisti della storia dell’arte, fino a libri illustrati dell’Ottocento, fotografie e incisioni o stampe di livello culturale alto e basso – ma estendono il concetto di citazione o appropriazione fino a comporre veri e propri “collages dipinti”, vale a dire assemblaggi di immagini prelevate dai più diversi contesti che vengono a costituire quasi l’intera composizione.
In questa sede intendiamo presentare – in ordine sostanzialmente cronologico e proseguendo la ricerca iniziata fin dai primi anni ’80 da Maurizio Fagiolo e Pia Vivarelli – una sorta di inventario o di “lessico” che vuole identificare tutti i modelli usati dai Dioscuri nell’arco della loro vita artistica.