MONSIEUR DUDRON

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La vision 

    Monsieur Dudron restait pensif et indécis. « Au fond, se dit-il, tout cela me déplaît autant que le spectacle des villes agitées et mécanisées. Il y a aussi, c’est vrai, les hommes, l’humanité; les jeunes couturières qui travaillent jusqu’aux heures avancées de la nuit pour pourvoir aux besoins d’un père valétudinaire, d’une mère âgée, de petits frères qu’il faut habiller, nourrir et pour lesquels il faut payer l’école. Sous la lumière de la lampe, elles poussent l’aiguille tandis que leurs pensées volent là-bas, vers le fiancé, vers l’amant, qui les conduira le dimanche à la campagne, cueillir des fraises dans les bois et boire du lait frais dans les métairies. Pourtant, il y a aussi, parfois, la trahison et ses drames. La fille-mère, portant son enfant dans ses bras, se cachant comme une bête traquée derrière les colonnes de l’église et là, tout près d’elle, sous les accords asthmatiques de l’orgue jouant une marche nuptiale, dans l’odeur de l’encens, lui, lui qui passe, en habit, les joues poudrées, souriant et rasé de frais, avec sa femme appuyée à son bras, sa femme, tout en blanc et couronnée de fleurs d’oranger, et, dernière, l’indispensable cortège des parents, des amis et des invités. »

La visione della tradita

    Il Signor Dudron rimase sopra pensiero ed indeciso. «In fondo – disse a se stesso -, tutto questo mi piace tanto poco quanto lo spettacolo delle città agitate e meccanizzate. È vero che ci sono anche gli uomini; c’è l’umanità; le giovani cucitrici che lavorano fino a notte inoltrata per provvedere ai bisogni di un padre malaticcio, di una vecchia madre, di fratelli piccoli che bisogna vestire, nutrire e per i quali bisogna pagare la scuola. Sotto la luce del lume, esse spingono l’ago mentre i loro pensieri volano laggiù, dal fidanzato, dall’amante che la domenica le condurrà in campagna, a cogliere le fragole nel bosco e a bere il latte fresco nelle fattorie. Tuttavia, vi è anche, a volte, il tradimento con i suoi drammi. La giovane madre, non sposata, che porta il suo bambino in braccio e si nasconde come una bestia braccata dietro le colonne della chiesa, e lì, a due passi da lei, accompagnato dagli accordi asmatici dell’organo che suona una marcia nuziale, lui, lui che passa, vestito a festa, rasato di fresco e con le guance incipriate, sorridente e con la moglie appoggiata al suo braccio, la sua moglie, tutta di bianco vestita e incoronata di fiori d’arancio, e dietro l’indispensabile corteo di parenti, di amici e d’invitati».

Varianti

Manoscritto Dusdron, metà anni ’30:
    Mais pour cela il n’aurait pas renoncé à la compagnie des hommes; au spectacle des jeunes couturières travaillant jusqu’aux heures avancées de la nuit pour pourvoir aux besoins d’un père valétudinaire et poussant l’aiguille sous la lumière de la lampe tandis que leur pensée vola là-bas, chez le fiancé, chez l’amant et puis la trahison; la fille-mère portant l’enfant sur les bras se cachant derrière les colonnes de l’église, tandis que l’orgue joue la marche nuptiale et que lui en habit donnant le bras à sa femme toute en blanc et couronnée de fleurs d’oranger passe suivie de l’indispensable cortège des parents, des amis et des invités. 

Manoscritto Dudron – Levy
, 1936:
Pourtant ce n’est pas pour tout celà qu’il aurait renoncé à la compagnie des hommes; au spectacle des jeunes centurières travaillant jusqu’aux heures avancées de la nuit pour pouvoir aux bésoin d’un père ou d’une mère agée et valétudinaire et poussant l’aiguille sous la lumière de la lampe tandis que leur pensée vole là bas, près du fiancé, près de l’amant….; oui mais après c’est la terrible décéption; la fille-mère portant l’enfant sur les bras, se cachant comme une bête traquée derrière les colonnes de l’église, tandis que l’orgue asmatique joue une marche nuptiale et que lui, lui le traître et le scélérat, donnant le bras à sa femme toute de blanc vêtue et couronnée de fleurs d’oranger sourit, rayonnant de joie, et passe vêtu d’un habit de coupe parfaite et suivi de l’indispensable cortège des parents, des amis et des invités. 

Visione della tradita in Avventura del signor Dudron. Capitolo di Giorgio de Chirico (“Corriere Padano”  21 dicembre 1941):
    Eppure per tutto ciò egli non avrebbe rinunciato alla compagnia degli uomini; allo spettacolo delle giovani sarte che lavorano fino a tardi per provvedere ai bisogni di un padre valetudinario, d’una madre paralitica, d’una sorellina cachettica. Esse spingono l’ago sotto la luce delle lampade mentre il loro pensiero vola laggiù, presso l’amante, presso il fidanzato, il figlio di papà, il bellimbusto… e poi l’orrendo tradimento. La ragazza-madre stringente al seno la sua creatura ricoperta d’uno scialle logoro, che si nasconde dietro le colonne come una cerva stretta dalla muta, mentre l’organo intona asmaticamente la marcia nuziale e lui il traditore, vestito di nero, rasato e profumato, offrendo il braccio alla sposa tutta in bianco e con una corona di fiori d’arancio in testa, passa seguita dall’indispensabile corteo dei parenti, degli amici, degli invitati…

Une Aventure de M. Dudron, 
1945:

    Monsieur Dudron restait pensif et indécis. « Au  fond, se dit-il, tout cela me déplaît autant que le spectacle des villes agitées et mécanisées. Il y a aussi, c’est vrai, les hommes, l’humanité; les jeunes couturières qui travaillent jusqu’aux heures avancées de la nuit pour pourvoir aux besoins d’un père valétudinaire, d’une mère âgée, de petits frères qu’il faut habiller, nourrir et pour lesquels il faut payer l’école. Sous la lumière de la lampe, elles poussent l’aiguille tandis que leur pensée vole là-bas, vers le fiancé, vers l’amant, qui les conduira le dimanche à la campagne cueillir des fraises dans les bois et boire du lait frais dans les métairies. Pourtant, il y a aussi, parfois, la trahison et ses drames. La fille-mère, portant son enfant dans ses bras, se cachant comme une bête traquée derrière les colonnes de l’église et là, tout près d’elle, sous les accords de l’orgue jouant la marche nuptiale, dans l’odeur de l’encens, lui qui passe, en habit, souriant et rasé de frais, avec sa femme appuyée à son bras, sa femme, tout en blanc et couronnée de fleurs d’orangers, et, dernière, l’indispensable cortège des parents, des amis et des invités. 

Nel Dattiloscritto Evangelisti del 1963 c. sono presenti due versioni: la prima scritta di pugno da de Chirico, la seconda dattiloscritta:
Prima versione:
   Il signor Dudron era rimasto pensoso ed indeciso. –
dopo  tutto, si disse, tutto questo mi dispiace quanto lo spettacolo delle città agitate e mecanizzate. È vero che ci sono anche gli uomini, l’umanità; le giovani sarte che lavorano fino a tardi, [di] notte per poter provvedere ai bisogni di un padre malato, di una madre anziana, di fratellini che bisogna vestire, nutrire e per i quali bisogna pagare la scuola. Sotto la luce della lampada, esse spingono l’ago mentre il loro pensiero vola laggiù, presso il fidanzato, presso l’amante, che le porterà la domenica in campagna [a] cogliere le fragole nei boschi e bere del latte appena munto nelle stalle  delle fattorie. Però, a volte, vi è anche il tradimento, ed i suoi drammi. La ragazza-madre che si nasconde, come un’animale  bracato, dietro le colonne della chiesa, stringendo al seno la sua creaturina e là, a due passi da lei, [tra] gli accordi asmatici dell’organo che intona la marcia nuziale [tra] l’odore dell’incenso, ecco lui, lui il traditore, lui il fedifrago che passa, in frak, sorridente e rasato di fresco, con sua moglie poggiata al suo braccio, sua moglie, tutta in bianco, con una corona di fiori d’arancio tra le chiome, e dietro l’indispensabile corteo dei parenti, degli amici e degli invitati.

Seconda versione: 
    Il signor Dudron restava pensoso ed indeciso. In fondo si diceva a se stesso  tutto questo mi dispiace altrettanto qunato lo spettacolo delle città agitate meccanizzate e legiferate. Ci sono è vero gli uomini, l’umanità le giovani sarte che lavorano fino a notte terda per provvedere ai bisogni di un padre infermo, di una madre anziana, di piccoli fratelli che bisogna vestire, nutrire e per i quali bisogna pagare la scuola. Sotto la luce della lampada esse spingono l’ago mentre il loro pensiero vola laggiù verso il fidanzato, verso l’amante che le porterà la domenica in campagna per cogliere le fragole nei boschi e bere del latte fresco nelle fattorie. Però a volte vi è anche il tradimento ed i suoi drammi. La ragazza madre che stringe nelle sue braccia la sua creaturina, nascondendosi come un animale braccato dietro le colonne della chiesa e là vicino a lei mentre risuonano gli accordi dell’organo che intona la marcia nuziale nell’odore dell’incenso, lui che passa in tigt, sorridente, rasato di fresco con le guance incipriate e con sua moglie poggiata al suo braccio, sua moglie vestita tutta di bianco e coronata con fiori d’arancio e dietro l’indispensabile corteo dei parenti, degli amici e degli invitati.

Autoportrait en pantoufles

    Monsieur Dudron se leva; il chaussa ses pantoufles et enfila sa robe de chambre. Sa décision était prise; elle était irrévocable. Il s’assit à son chevalet, s’arma de sa palette et de ses pinceaux et, reprenant un tableau qu’il avait ébauché

Autoritratto in pantofole [1]

    Il Signor Dudron si alzò; si mise le pantofole ed infilò la vestaglia. La sua decisione era presa; era irrevocabile. Si sedette davanti al cavalletto, si armò della tavolozza e dei pennelli e riprendendo un quadro che aveva abbozzato la sera precedente, si mise tranquillamente a dipingere.

Varianti

Dattiloscritto Evangelisti, 1963 c.:
Prima versione:
    Il signor Dudron si alzò; infilò le sue pantofole ed indossò la sua vestaglia. La sua decisione era presa; ed era irrevocabile. Si sedette davanti al cavalletto, prese la tavolozza ed i pennelli, e sopra un quadro che egli aveva abbozzato il giorno prima cominciò tranquillamente a dipingere.

Seconda versione:
    Il Signor Dudron si alzò si mise le pantofole ed indossò la sua vestaglia. Aveva preso una decisione e questa era irrevocabile. Si sedette davanti al suo cavalletto, si armò con la sua tavolozza e i suoi pennelli e continunado a dipingere su un quadro che aveva abbozzato un giorno prima cominciò tranquillamente a lavorare.

Nota 1

 

 

 

 

 

 

 

 

Autoritratto nello studio di Parigi, 1934

Isabella Far, premier épisode

    Il travaillait déjà depuis quelque temps lorsqu’on frappa à la porte et une jeune dame entra; c’était Isabella Far, une écrivain dont Monsieur Dudron parlait souvent avec ses amis. Elle était douée d’une intelligence philosophique ou, plutôt, d’un talent philosophique, qui était unique dans l’histoire des femmes qui écrivent. Elle venait souvent chez Monsieur Dudron qu’elle considérait le seul peintre moderne qui eût vraiment compris le mystère de la grande peinture et elle pensait que c’était le seul peintre capable de porter la peinture déchue sur un plan de noblesse et de beauté. 
    « Bonjour, madame! dit Monsieur Dudron en se levant et en déposant sa palette, justement je voulais vous voir car plusieurs questions regardant les problèmes de la peinture en général, et la situation de la peinture moderne en particulier, hantent depuis ce matin ma pensée. Comment expliquez-vous par exemple cette manie d’intellectualisme, cette idée fixe de paraître malin, qu’ont aujourd’hui tous ceux qui s’occupent d’art en général et d’art moderne en particulier ? » Isabella Far se recueillit pendant quelques instants et puis dit: « À toutes les époques on peut observer une préférence pour une qualité déterminée, pour une capacité humaine déterminée. Il y eut des époques pendant lesquelles on apprécia surtout le courage et l’art de faire la guerre. D’autres encore pendant lesquelles on admira la vertu et l’abstinence. Dans d’autres encore furent mis au premier plan l’élégance et le raffinement. 
    « Notre siècle aussi a son idéal et cet idéal est: l’intelligence. Grand nombre de nos contemporains ne désirent qu’une seule chose: être ou, au moins, paraître intelligents. Cependant, comme l’intelligence est un don du ciel et qu’on ne peut l’acquérir d’aucune façon, pour la remplacer on a inventé l’intellectualisme
    « Autant pour l’intelligence sont indispensables des dons naturels, autant l’intellectualisme peut être appris assez facilement! Il suffit pour cela d’avoir une mémoire normale, de ne pas être trop personnel et de suivre le courant sans méfiance. 
    « Le phénomène de l’art moderne est un phénomène qui nous prouve, plus que tout autre, le besoin qu’ont eu les hommes de créer l’intellectualisme, car la vraie intelligence devenait toujours plus rare. 
    « Accepter docilement la peinture, la sculpture, la musique et la littérature moderne, ainsi qu’ont fait et font nos contemporains, restera, pour les siècles futurs, comme un fait tout à fait miraculeux. »

    Monsieur Dudron avait écouté avec grande attention les paroles d’Isabella Far, et une fois de plus il fut frappé par l’étonnante clarté d’esprit et l’écrasante logique de cette femme. Il l’avait écoutée en souriant, d’un sourire approbateur. Il jeta un regard sur le tableau qu’il n’avait pas encore achevé et puis demanda: 
    « Comment expliquez-vous, madame, vous qui voyez si clairement en toute chose, comment expliquez-vous le manque de talent, de puissance, qu’il y a aujourd’hui dans les arts, comment expliquez-vous qu’il y ait si peu de peintres qui puissent faire ce qu’on appelle un tableau, c’est-à-dire quelque chose qui tient debout et qu’on peut regarder avec un certain plaisir? » 
    Isabella Far se recueillit de nouveau quelques instants et répondit : 
« Le siècle dernier, surtout dans la première moitié, nous a donné des chefs-d’œuvre dans tous les arts. Vous voudriez maintenant savoir, maître, quelles sont les causes de la décadence moderne ; je vous parlerai surtout de la peinture car c’est l’art qui vous intéresse le plus. 
     « Je pense que l’humanité dans les derniers siècles a produit trop d’artistes de génie. Une pause était fatale et cette pause, par hasard ou par volonté de la nature, a coïncidé avec un moment de l’histoire pendant lequel advinrent d’importants changements sociaux. 
    « Les aristocrates et autres personnages d’élite, qui, dans le passé, avaient joué les arbitres dans les arts, furent graduellement remplacés par les bourgeois, qui commencèrent à être les principaux acquéreurs, estimateurs et critiques. 
    « Les nouveaux mécènes ne purent s’improviser des connaisseurs d’art. Pour comprendre réellement la valeur d’une œuvre d’art il faut surtout avoir un sens artistique naturel et ce sens il faut ensuite le cultiver et pendant longtemps. Il faut surtout avoir hérité ce sens artistique de nos pères et, mieux encore, de nos grands-pères. Rappelez-vous bien, Monsieur Dudron, que pour bien comprendre une œuvre d’art il faut une longue tradition ou alors, une intelligence exceptionnelle. 
    « Si à des spécialistes sont nécessaires de longues années d’expérience pour juger la qualité d’une étoffe, qui, après tout, est une matière qu’ils peuvent toucher avec les doigts, ou dont ils peuvent brûler les fils, ou faire d’autres expériences pour voir si la laine ou la soie sont pures, combien plus d’années d’expérience sont nécessaires pour juger la qualité d’une œuvre d’art, où seulement notre sens artistique et notre culture peuvent nous guider. 
    – C’est très juste ce que vous avez dit, madame, répliqua Monsieur Dudron, mais comment expliquez-vous la perte absolue de métier qui sévit aujourd’hui et comment expliquez-vous qu’aujourd’hui même ces très rares peintres qui ont un peu de talent peignent mal et que leurs tableaux sont faits avec une mauvaise matière et, par conséquent, sont d’une mauvaise qualité ?» 
    Isabella Far, après avoir réfléchi un moment, répondit: « En effet, c’est mystérieux cette perte progressive et désormais depuis longtemps complète, des secrets de la technique en peinture. À toutes les époques ont existé et ont travaillé des artistes de deuxième plan et aussi des artistes médiocres; mais tous ils suivaient, plus ou moins bien, la tradition des grands maîtres. Je pense que les artistes de la fin du siècle dernier, se trouvant devant un public sans culture, ont abandonné la tradition de la grande peinture, qui s’était encore maintenue jusqu’à Delacroix et même jusqu’à Courbet, ils ont abandonné la tradition et se sont dédiés à la décoration; en effet la peinture est devenue toujours plus de la décoration et c’est de la décoration qu’aujourd’hui elle est presque toujours et, le plus souvent, de la décoration bien mauvaise.

Isabella Far, primo episodio [1]

    Stava già lavorando da un po’ di tempo quando venne bussato alla porta ed una giovane signora entrò; era Isabella Far, una scrittrice della quale il Signor Dudron spesso parlava con i suoi amici. Essa era dotata di una intelligenza filosofica, o, piuttosto, di un talento filosofico, che era unico nella storia delle donne che scrivono. Veniva spesso dal Signor Dudron che essa considerava l’unico pittore moderno che avesse compreso il mistero della grande pittura, e pensava che lui fosse l’unico pittore capace di portare la pittura decaduta su un piano di nobiltà e di bellezza. 
    «Buon giorno, signora!» disse il Signor Dudron alzandosi e posando la sua tavolozza, «desideravo giusto di vederLa perché alcune questioni circa i problemi della pittura in generale, e la situazione della pittura moderna in particolare, assillano il mio pensiero da questa mattina. Come spiega Lei per esempio quella mania di intellettualismo, quella fissazione di apparire furbi che oggi hanno tutti coloro che si occupano di arte in generale e di arte moderna in particolare?». Isabella Far si raccolse qualche istante e poi disse: «In tutte le epoche si può osservare una preferenza per una determinata qualità, per una determinata capacità umana. 
    Ci sono state epoche durante le quali erano apprezzati anzitutto il coraggio e l’arte di fare la guerra. In altre ancora si ammirava la virtù e l’astinenza. Ed in altre ancora furono messe in primo piano l’eleganza e la raffinatezza. 
    Anche il nostro secolo ha il suo ideale e questo ideale è: l’intelligenza. Un gran numero di nostri contemporanei non desidera che una cosa sola: essere, o, almeno, sembrare intelligente
    Però, dato che l’intelligenza è un dono del cielo e non si può acquistare in alcun modo, per sostituirla è stato inventato l’intellettualismo. Ma mentre per l’intelligenza sono indispensabili doni naturali, l’intellettualismo può essere imparato abbastanza facilmente! Basta per questo avere una memoria normale, non avere troppa personalità e seguire la corrente senza diffidenza.
    Il fenomeno dell’arte moderna è un fenomeno che ci dimostra, più di ogni altro, il bisogno che gli uomini hanno avuto di creare l’intellettualismo, perché la vera intelligenza [va] facendosi sempre più rara. 
    Accettare docilmente la pittura, la scultura, la musica e la letteratura moderna, così come hanno fatto e fanno i nostri contemporanei, rimarrà per i secoli futuri un fatto completamente miracoloso». 
    Il Signor Dudron aveva ascoltato le parole di Isabella Far con grande attenzione, ed ancora una volta egli fu colpito dalla sorprendente chiarezza di spirito e dalla schiacciante logica di quella donna. Egli l’aveva ascoltata sorridendo, con un sorriso di approvazione. Gettò uno sguardo sul quadro che ancora non aveva terminato, e poi domandò: «Come spiega Lei, Signora, Lei che vede così chiaro in tutte le cose, come spiega la mancanza di talento, di potenza che c’è oggi nell’arte, come spiega Lei che vi sono così pochi pittori che sanno fare ciò che si chiama un quadro, vale a dire una cosa che si regge in piedi e che si può guardare con un certo piacere?». 
    Isabella Far si raccolse di nuovo per qualche istante e rispose: «II secolo scorso, specialmente nella sua prima metà, ci ha dato capolavori in tutte le arti. Lei ora vorrebbe sapere, Maestro, quali sono le cause della decadenza moderna; Le parlerò anzitutto della pittura perché è quella l’arte che La interessa di più. 
    Penso che l’umanità nel secolo scorso ha prodotto troppi artisti di genio. Una pausa era fatale e tale pausa, per combinazione o per volontà della natura, ha coinciso con un momento della storia nel quale avvennero importanti cambiamenti sociali.

    Gli aristocratici ed altri personaggi d’eccezione che, in passato, erano stati gli arbitri delle arti, vennero gradualmente sostituiti dai borghesi che cominciarono ad essere i principali acquirenti, amatori e critici.
     I nuovi mecenati non poterono improvvisarsi conoscitori d’arte. 
Per comprendere veramente il valore di un’opera d’arte bisogna avere sopratutto un senso artistico naturale, e questo senso bisogna poi coltivare per lungo tempo. Bisogna anzitutto aver ereditato questa sensibilità artistica dai nostri padri, o, meglio ancora, dai nostri nonni. Si ricordi, Signor Dudron, che per comprendere bene un’opera d’arte è necessaria una lunga tradizione, o, se no, un’intelligenza eccezionale. 
    Così come agli specialisti sono necessari lunghi anni d’esperienza per giudicare una stoffa che, dopo tutto, è una materia che possono toccare con le dita, e di cui possono bruciare i fili, o fare altri esperimenti per vedere se la lana o la seta sono pure, quanti più anni sono necessari per giudicare la qualità di un’opera d’arte, dove solo la nostra sensibilità artistica e la nostra cultura possono guidarci!». 
    «È molto giusto quel che Lei dice, Signora, – rispose il Signor Dudron, – ma come spiega Lei la perdita assoluta di mestiere che oggi infierisce, e come spiega che oggi perfino quei rarissimi pittori che hanno un poco di talento dipingono male e che i loro quadri sono fatti con materia cattiva, e, di conseguenza, sono di cattiva qualità?». 
    Isabella Far, dopo aver riflettuto un momento, rispose: «Infatti, questa perdita progressiva ed ormai da molto tempo completa dei segreti della tecnica nella pittura è misteriosa. In tutte le epoche sono esistiti e hanno lavorato artisti di secondo piano ed anche artisti mediocri; ma essi seguivano tutti, più o meno bene, la tradizione dei grandi maestri. Io penso che gli artisti del secolo scorso, trovandosi di fronte ad un pubblico senza cultura, abbiano abbandonato la tradizione della grande pittura che si era ancora mantenuta fino a Delacroix e addirittura fino a Courbet; essi hanno abbandonato la tradizione e si sono dedicati alla decorazione; la pittura è diventata sempre più decorazione, ed è quello che essa è oggi quasi sempre, decorazione, e il più delle volte, decorazione assai cattiva.

Nota 1

Entra in scena il nuovo personaggio Isabella Far. L’inserimento risale ai primi anni ’50, probabilmente 1953.
Sotto forma di dialogo con il protagonista, la Far “recita” la prima parte del saggio Considerazioni sulla pittura moderna  pubblicato da de Chirico su “Stile” nel gennaio 1942.

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